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etcetera fragte in Arte e culturaFilosofia · vor 7 Jahren

Cosa significa vita eterna?

Se solo la morte dà forma e significato alla vita?

Come si può concepire la vita senza la morte?

10 Antworten

Bewertung
  • House
    Lv 4
    vor 7 Jahren
    Beste Antwort

    Io cambio continuamente eppure sono sempre lo stesso. Gli atomi che costituiscono il mio corpo si rinnovano completamente ogni sette anni, eppure il mio corpo è più o meno uguale a sette anni fa. Ma non proprio lo stesso. Un tempo ero un bambino e avevo pensieri e corpo da bambino, poi sono stato un adolescente con pensieri e corpo da adolescente, ora sono un adulto: il mio corpo è cresciuto e la mia mente è cambiata di nuovo, eppure sono ancora "io".

    La vita è un processo. E' un continuo cambiamento di forma. Eppure qualcosa in me non muta. Cos'è che non muta? La personalità? Il carattere? Le inclinazioni? Tutte queste caratteristiche possono cambiare senza che cambi la mi esperienza di essere "io". La memoria? Potrei dimenticare tutto, persino il mio nome, eppure ancora farei la stessa esperienza di essere un "io".

    La consapevolezza, il sapere di essere qui in questo momento, è ciò che non cambia.

    Se la vita eterna esiste, non sarà qualcosa che renderà immutabili cose che per loro natura cambiano continuamente, ma il sopravvivere di "quel sapere di essere" che è lo spazio dove le forme si succedono, il teatro in cui tutte le vite vengono rappresentate.

    Il piccolo "io" della nostra personalità corrente, quello con un nome e un cognome e una data di nascita, terminerà inevitabilmente, quando sarà giunto il suo tempo. Ma il "sapere di essere" continuerà a sapere di esistere, nell'eterno presente in cui niente è mai davvero perduto.

    "(...) to attempt to preserve one's personality is the ultimate vanity"

    (Prof. Victor Bergman, Space:1999, "The Infernal Machine")

    http://www.youtube.com/watch?v=k14WrS9d8f8 (minuto 44:02)

  • vor 7 Jahren

    Così come solo la vita dà forma e significato alla morte; l'una non è concepibile senza l'altra. questo il dato fattuale.

    Poi possiamo concepire qualunque costruzione mentale per associare il concetto di eternità al concetto di vita; che però non potrà mai superare il dato fattuale

  • Anonym
    vor 7 Jahren

    In una possibile interpretazione, "vita eterna" si riferisce al fatto che questa vita che viviamo è solo una parte infinitesimale di un processo di vita molto più esteso, che non ha mai fine. In questa interpretazione ogni singola vita vissuta è una delle infinite esperienze che la nostra energia vitale (chiamala "anima", "spirito", "principio vitale" "fantasmino" o come vuoi) deve fare durante il suo percorso di purificazione.

    Se vuoi una versione simile ma più "materiale" o "concreta", puoi considerare l'eternità della vita nel senso di riciclo di materia: quando muori il tuo corpo si decompone e diventa materiale che viene utilizzato in processi chimici o biologici che creano nuove forme di vita, e così va a finire che quella che una volta era una persona diventa successivamente parte della vegetazione, dell'alimentazione di altri esseri viventi da cui a sua volta nasce nuova vita ecc...

    C'è anche una spiegazione pseudo-scientifica sull'argomento (la trovi nella giustificazione di Nietzsche alla tesi dell'Eterno Ritorno, nei Frammenti Postumi): la materia è finita, e subisce trasformazioni nel tempo, che è infinito. Dunque l'unica possibilità è la successione di infinite trasformazioni della materia in un tempo infinito, quindi in etreno, quindi la successione di infiniti cicli di vite, quindi la vita eterna intesa come la vita della materia, o della natura.

    In tutti questi casi la morte è solo una fase di passaggio, e non un annullamento ("non c'è nascita e distruzione, ma solo aggregazione e separazione di elementi (Empedocle)/semi (Anassagora)/atomi (Democrito)"; "nulla si crea o si distrugge, tutto si trasforma", Lavoisier (citato un po' fuori luogo)).

    Ti lascio qualche citazione sull'argomento!

    « La morte toglie l'illusione, che separa la coscienza del singolo individuo da quella degli altri: è questa la sopravvivenza. »

    « Un uomo, che trovasse soddisfazione nella vita, vi stesse perfettamente bene e che, riflettendo con calma, desiderasse che la sua esistenza, come vissuta finora, avesse una durata senza fine o un sempre nuovo ritorno, e che il suo coraggio vitale fosse così grande che egli, di fronte ai piaceri della vita, insieme accettasse volenteroso e di buon grado tutti i malanni e le pene a cui essa è soggetta; un tale uomo starebbe con salde, vigorose gambe sulla terra ben arrotondata e stabile e non avrebbe nulla da temere; egli guarderebbe impassibile alla morte che si avvicina veloce sulle ali del tempo, considerandola una falsa parvenza, un impotente fantasma per spaventare i deboli, ma che non ha alcun potere su colui che sa di essere lui stesso quella volontà, la cui oggettivazione o copia è il mondo intero; per il quale, quindi, la vita rimane sempre certa ed anche il presente, l’autentica, unica forma del fenomeno della volontà, che perciò nessun passato o futuro infinito, nel quale egli non fosse, può spaventare, poiché egli lo considera come la vana illusione ed il velo di Maja, e che perciò avrebbe da temere la morte altrettanto poco, che il sole la notte. »

    « Ogni animale vive senza timore di fronte all'annientamento, e tranquillo, sorretto dalla consapevolezza di essere la natura stessa e, come essa, intramontabile. »

    (A. Schopenhauer, Il mondo come volontà e rappresentazione)

    « Piangeva; premeva il viso sui cuscini e piangeva, esultante e come trasportato dall’estasi di una felicità la cui dolorosa dolcezza non poteva essere paragonata con nessun’altra al mondo. Era questo, tutto questo che dal pomeriggio precedente lo colmava di un’ebbrezza misteriosa, che si era mosso nel suo cuore in piena notte e lo aveva svegliato come un amore nascente. E ora che poteva capirlo e riconoscerlo - non in parole e pensieri che si susseguivano ininterrotti, ma per illuminazioni improvvise, inebrianti del suo animo - era già libero, era davvero già redento e sciolto da tutti i vincoli e i limiti naturali e artificiali. Le mura della sua città natale, entro le quali si era rinchiuso con volontà e coscienza, si aprirono e offrirono al suo sguardo il mondo, il mondo intero, di cui in gioventù aveva visto qualche pezzetto e che la morte prometteva di regalargli tutto. Le cognizioni illusorie dello spazio, del tempo e dunque della storia, la preoccupazione di sopravvivere onorevolmente, storicamente, nei discendenti, il timore di una qualche finale decomposizione e disgregazione storica, tutto questo lasciò libero il suo spirito e non gli impedì più di comprendere l’eternità perpetua. Nulla aveva inizio e nulla finiva. C’era solo un infinito presente, e quella forza, in lui che amava la vita di un amore così dolorosamente dolce, assillante e nostalgico, e di cui la sua persona era solo un’espressione fallita - avrebbe sempre saputo trovare l’accesso a questo presente. »

    (T. Mann, I Buddenbrook)

  • DrEvol
    Lv 7
    vor 7 Jahren

    L'idea che sia possibile "vivere eternamente" senza mai poter morire è una fantasia infantile. La vita, proprio perché la possiamo perdere per sempre, è il valore ultimo che dà valore a qualsiasi altra cosa a noi cara. Il concetto di valore può esistere solo in relazione al fatto che siamo vivi e che essere vivi implica la necessità di mantenerci in vita ed evitare di morire prematuramente.

    Una vita automaticamente eterna renderebbe inutile qualsiasi sforzo necessario per mantenerla e quindi annullerebbe qualsiasi cosa che chiamiamo "valore." In un simile contesto irreale, il cibo, l'acqua, l'aria, la produttività, l'educazione, l'arte, la musica, la creatività non potrebbero più essere valori perseguibili. Nemmeno la pace, il riposo, i sogni avrebbero significato per chi potesse vivere eternamente. La vita eterna renderebbe ogni valore inutile poiché mancherebbe l'incentivo di dover fare nulla per vivere e migliorare la propria vita.

    Il concetto di eternità si applica esclusivamente alla natura, all'universo e a tutto ciò che non possiede vita, ossia tutto ciò che costituisce la materia fisica che non si crea, non si distrugge, ma che ha la capacità di trasformarsi continuamente. La vita è un fenomeno singolare prodotto dalla materia inorganica dell'universo. Ogni essere vivente è un'entità unica che esiste una volta sola. Non è mai esistito prima e non esisterà mai più dopo la sua morte, perché è il risultato di un evento singolare formato da fattori che s'incontrano in quel particolare momento e in quel particolare contesto una volta sola.

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  • vor 7 Jahren

    La vita eterna è un concetto della vita totalmente incomprensibile per la mente umana, per capire l'1% di questo concetto bisogna vivere in modo un po' diverso dal normale vivere, inoltre è un concetto pericoloso ed è giusto che sia incomprensibile.

  • vor 7 Jahren

    Tutto è immortale. La morte è una fase di decadenza o di sviluppo.

    In ogni caso, dopo di essa non si conserva coscienza.

    L'immortalità è presente anche nell'arte e in tutte le azioni che lasciano un effetto dopo la scomparsa (trapasso) di chi le ha compiute.

  • vor 7 Jahren

    Ciao Etcetera, infatti non è concepibile a livello reale, può essere teorizzato in forma astratta e creduta per fede. Garbino.

  • Vavax
    Lv 7
    vor 7 Jahren

    Veramente, nella mia estrema ignoranza, per me la morte è il limite della vita.

    Oltre nessuno sa.

    E se davvero ci fosse poi, un altra vita? Nessuno può dirlo, nessuno....

  • la nascita della morte è una precondizione della vita... prima che si evolvessero i primi organismi unicellulari (che per la biologia costituiscono la definizione elementare del concetto di vita) non esistevano sistemi in grado di scambiare ossigeno con l'ambiente e quindi non esisteva nemmeno un modo per distinguere vita e morte. vita e morte sono due facce della stessa medaglia... reazioni chimiche che si innescano e prima o poi terminano..

    vita eterna mi sembra un concetto un po' perverso, frutto dell'incapacità dell'uomo di accettare di avere la stessa dignità di un organismo unicellulare

  • ?
    Lv 7
    vor 7 Jahren

    Per la mia mente è impossibile . Vita eterna dove non c 'è nascita e non c 'è morte

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