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Tutto quello che sentiamo è falso, se non sappiamo raccontarlo?
"Tutto quello che sentiamo è falso, se non sappiamo raccontarlo" è il titolo di un workshop di scritturta creativa, cui sono stata invitata con una mail. Al di là dell'utilità di intitolare così un ws dove si parla di scrittura, vi pare condivisibile un enunciato del genere?
Belle risposte!
Casualmente, mi ritrovo a leggere un passaggio che pare la risposta alla mia domanda: "Scrivere è imbrogliare. Sempre. Cos'è altrimenti un'invenzione? Ma si può imbrogliare restando onesti, trasmettendo nell'invenzione la verità più vera del proprio sè, il codice cifrato di persona nascosto nelle fibre della scrittura." (da A nome tuo, di Marco Covacich)
8 Antworten
- Patrizia PlebeiLv 7vor 8 JahrenBeste Antwort
Il titolo è provocatorio e saccente,tipico di coloro che,non avendo la capacità e l'umiltà di mettersi a disposizione di una storia, ovviano con parole ad effetto.
Più giusto ,forse,sarebbe stato dire:tutto ciò che sentiamo,potrebbe perdersi se non sappiamo raccontarlo:e perdendosi il nostro sentire,a nostra volta,ci smarriamo al di fuori della tela in cui vengono tessute insieme tutte le storie del mondo,l'unica immortalità garantita al di fuori dei culti.
- etceteraLv 7vor 8 Jahren
Il titolo del work shop utilizza un paradosso sofistico che attira l'attenzione come sanno fare i paradossi. Se è il saper raccontare le cose che le rende vere è evidente che la verità è solo il prodotto di una tecnica, dunque è un artificio fittizio, la verità è la falsità ben raccontata.
I sofisti hanno oggi un successo notevole, si sono presi alla grande la loro rivincita su Socrate e Platone, soprattutto il primo che li criticava perché si facevano pagare profumatamente in cambio dell'elargizione della sapienza di cui vantavano premiata competenza. Noto che praticano ancora con entusiasmo questa vecchia usanza sofista di farsi pagare. E in fondo chi non è sofista al giorno d'oggi soprattutto tra quelli che contano, mentre i Socrate si sono da tempo ubriacati di spremute di cicuta.
- RossLv 5vor 8 Jahren
Il linguaggio è un dipinto della realtà , non la realtà in sé. Le parole sono in grado di riportare alla nostra mente immagini e sensazioni, ma è evidente che lo fanno attingendo a un archivio di cose già vissute e a loro volta frutto di un'interpretazione verbale. à un ciclo continuo che parte da quando nasciamo. Ogni volta che comunichiamo, anche solo a noi stessi, non stiamo facendo altro che creare un mondo fittizio, standardizzato, privo dell'unicità dell'attimo presente. à l'esatto contrario di ciò che ritiene l'autore di quell'affermazione. Il linguaggio è uno strumento potente, in grado letteralmente di creare la nostra realtà , ma credo lo faccia proprio in virtù dei suoi limiti. Come sosteneva Korzybski, le persone non hanno un accesso diretto alla conoscenza della realtà , ma a percezioni e credenze, mediate dal linguaggio, che confondono con la realtà in sé. Per questo era solito ripetere che la mappa non è il territorio. Da qui, il perché della potenza dell'immaginazione non verbale tipica delle grandi menti, uno tra i tanti, Einstein.
- nicoladc89Lv 7vor 8 Jahren
E' senza dubbio una frase un po' strana, capirei di più qualcosa tipo:"tutto ciò che sentiamo può risultare falso se non lo sappiamo raccontare".
E' di per sè una frase in antitesi con sè stessa, dice qualcosa come verità assoluta (non c'è condizionale, è una sorta di sentenza) ma ciò che dice va contro quell'assolutezza con cui è scritta. Per buttarla nello scientifico, dire quasi che siamo in presenza di un assurdo (forse nemmeno un paradosso, ma un vero e proprio assurdo).
Quindi in certa misura un titolo del genere è una dimostrazione che se diciamo qualcosa che non è vera, è falsa, anche se intenderemmo dire qualcosa di diverso che probabilmente potrebbe risultare vero (e io spero che il messaggio che un titolo del genere vuole dare sia un altro, uno più simile alla frase che ho scritto all'inizio).
In questo caso la frase:
"Tutto ciò che sentiamo può risultare falso se non lo sappiamo raccontare" è vera (non dico potrebbe essere vera, perché il potrebbe c'è già nella frase), almeno in certa misura, quando per raccontare qualcosa di vero, racconto qualcosa di diverso da ciò che è la realtà , anche se credo di raccontare il vero.
invece la frase:
"Tutto quello che sentiamo è falso, se non sappiamo raccontarlo" è falsa, in tutto e per tutto.
Detto questo, io sono - di mio - un relativista convinto, ma in caso di vero e falso sono assolutista convinto. Questo per dire cosa, che anche se non lo racconto bene e può risultare falso, non cambia il fatto che sia vero... Come allo stesso modo se racconto qualcosa di falso e lo so raccontare, magari può risultare vero, ma è falso. Cambia magari la percezione, ma non l'essenza.
P.S. La verità del relativo non è la relatività del vero.
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- vor 8 Jahren
Non sono d'accordo con questo enunciato, anzi, penso proprio che quello che non si sa raccontare, esprimere a parole, il cosiddetto indicibile, sia proprio la vera parte di noi.
- vor 8 Jahren
Considerando che c'è gente che dice che tutto è relativo e che bisogna guardare molti punti di vista e che quello che per te è una cosa per me è altra, questa frase ci sta tutta.
Del resto oggigiorno non si guarda mica la sostanza, ma la forma. Non si cerca mica il vero, ma ci accontentiamo di quello che ci raccontano se ce lo raccontano bene. Girano certe bufale su internet, e la gente ci crede visto che sono bene orchestrate.
Non che io sia d'accordo con questa affermazione, eh!