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Una società basata sul mercato veramente libero non potrebbe esistere?
Questa domanda vuole fare riflettere se quello che oggi è la crisi economia globale non sia il risultato di un mercato che di fatto non è libero, non è mai stato libero nella storia delle civiltà, ma è sempre stato controllato dai dittatori o dei politici e dalle loro leggi volte alla ridistribuzione forzata dei redditi e della ricchezza prodotta, leggi che opprimono giustificate da fini più o meno nobili. L'economia attuale soffre di oppressione per mancanza d'incentivi. La politica propone di curare il malato punendo quelli che vorrebbero investire i loro capitali e perseguire il successo e il profitto!
Prendo l'occasione per rispondere a gio dalla domanda precedente di Maral - mi mancava lo spazio:
http://it.answers.yahoo.com/question/index;_ylt=Ao...
gio – Il tuo ragionamento e quello di Maral implicano la vostra convinzione che il mercato non può e non deve essere libero. Secondo voi ci vuole qualcuno alle redini e, come riporti tu, il mercato non è affatto libero. Io biasimo questa situazione. Quando mi parli di tasse, non mi parli di libero mercato. Mi parli di costrizione legale del mercato dettata dal potere politico. Mi parli di politici al potere che si battagliano per fare leggi arbitrarie per ridistribuire la ricchezza prodotta da chi lavora. I politici agonizzano per decidere se sono i chirurghi o gli sportivi che rendono di più. I malati sono ovviamente un costo, non un reddito. Gli sportivi sono un reddito sicuro. La politica legata all’economia fa le leggi che rincorrono i soldi dove i soldi ci sono. Il mio ragionamento non è una glorificazione del mercato odierno, ma una condanna! La gente vuole che i politici controllino l’economia e poi si lamenta che l’economia non risponde bene quando è schiava della politica. Vorremmo che il cane bastonato ci amasse di più!
1 for the money, 2 for the show -- Di quali capitali parli? Da dove vengono i grandi capitali? Di chi sono? E chi dovrebbe avere il diritto di gestirli? Chi non li ha prodotti o chi li ha prodotti?
Walter -- I politici hanno il compito di fare le leggi che proteggono i diritti uguali per tutti . ricchi e poveri. Le multi nazionali hanno il compito di offrire beni e servizi e arricchirsi per mezzo delle loro capacità produttive e per merito di saper gestire l'economia razionalmente - bassi costi, alti profitti, prezzi bassi dettati dalla legge della domanda e offerta. Se le multi nazionali riescono ad avere influenza sulla politica per arricchirsi col vantaggio delle leggi e non delle loro capacità produttive, (leggi che favoriscono i ricchi a scapito dei poveri) questo è un fallimento del compito morale dei politici, non delle multinazionali. Sono i politici che non fanno il loro lavoro e credono di saper governare l'economia favorendo ora questo ora quel gruppo del settore economico del Paese. La politica che fa leggi economiche è l'origine di tutta la corruzione perché le leggi che governano i diritti naturali non sono leggi di favoritismo economico - sono leg
sono leggi che proteggono le persone oneste dalla frode e dalla criminalità, ma non garantiscono a nessuno la ricchezza, non favoriscono economicamente nessuno. Le leggi morali non sono leggi economiche. Le leggi politiche che vogliono sostituirsi alle leggi economiche sono leggi intrinsicamnte immorali e corrotte.
Freedom - I monopoli, i cartelli, lo sfruttamento dei ricchi sui poveri è possibile soltanto dove la politica non fa il suo lavoro morale di protezione dei diritti uguali per tutti. Proteggere i diritti non significa violare le leggi economiche naturali. Non significa acquisire il potere di legalizzare il furto, di fare come Robin Hood e rubare a uno per dare ad un altro senza che questo sistema non abbia conseguenze disastrose per l’economia totale. L’economia prospera solo nella libertà di produrre non nella legalizzazione del furto. La crescita economia non ha bisogno di ladri. Proteggere i diritti uguali per tutti significa lasciare a tutti la libertà di produrre e non di avere diritto ad avere gratuitamente quello che altri hanno prodotto.
Mario Spitaleri - Non parlo di società SENZA Stato. Parlo di Stato morale. Il sistema fiscale di oggi e il “welfare state” sono le conseguenze naturali di uno stesso sistema feudale dove invece della dittatura del singolo sottostiamo alla dittatura della maggioranza. Se la maggioranza vuole un servizio sociale gratuito, basta trovare chi deve pagarlo e accollare lo sfruttamento su quel gruppo. Chi deve pagare la tassa sulla casa e non ce la fa ad arrivare alla fine del mese non fa distinzione tra la legge imposta da un signorotto feudale o dalla maggioranza democratica.
Per lui, quei soldi vengono sottratti con la forza della legge. Dietro alla forza della legge c’è la forza fisica come in qualsiasi furto. Viviamo in una società dove la legge, invece di servire a proteggere gli onesti, serve a truffarli e a derubarli con il loro consenso!
5 Antworten
- etceteraLv 7vor 9 JahrenBeste Antwort
Ti dirò la verità DrEvol, da bambino mi piaceva giocare al libero mercato. Non si chiamava così però, lo chiamavamo il gioco delle case e lo facevamo in montagna in vacanza. Funzionava che si mettevano in vendita fiori, pezzi di legno, sassi, foglie secche ecc. raccolti nel bosco. Ogni cosa rappresentava una merce e le foglie di castagno rappresentavano i soldi, puri mezzi di scambio senza valore intrinseco a parte il valore di scambio, perché nel bosco c' erano tutte le foglie di castagno che si voleva. Il gioco non contemplava invece la possibilità che una foglia di castagno desse degli interessi se la portavi in banca, né che si dovessero pagare le tasse allo stato per aprire e tener bottega. C' era invece la libera concorrenza: chi offriva i fiori e le foglie più belle vinceva il gioco, perché incontrava il favore dei clienti e aveva il mucchio più grosso di foglie di castagno.
Crescendo ho scoperto che il libero mercato non funziona per niente così e non funziona così in primo luogo perché bisogna tener conto delle rendite di posizione di chi ha già una posizione dominante, controlla il mercato e ha i giusti agganci con i padroni del bosco, poi perché se il bene che distribuisci è un bene essenziale come l' acqua o l' energia conviene molto di più fare cartello anziché farsi concorrenza e prosciugare insieme le tasche del cliente a un prezzo imposto infine perché il profitto si può moltiplicare a dismisura scommettendo sugli altrui profitti e fallimenti anziché investirlo in produzione, soprattutto quando la produzione ha raggiunto un livello tale si saturazione che il mercato tira poco. Ad esempio può essere conveniente lasciare marcire tonnellate di frutta per mantenere alto il prezzo della frutta, oppure vendere cereali come foraggio per ricchi allevatori di suini anziché vendere a basso prezzo a chi rischia di morire di fame e con il rischio che non ti paghino, con buona pace delle anime belle che pensano che la vita di un uomo valga più di una braciola di maiale sulla tavola di un ricco . Lo stesso vale per farmaci e medicinali ovviamente.
Il punto è che il libero mercato non ci mette al riparo dalle speculazioni più ingiuste e truffaldine e in certe situazioni arriva a costituire un vero e proprio ricatto mortale, ad esempio se sei indebitato e io ti prometto di ridurre il debito che hai con me, ma solo se acquisti tutto ciò di cui hai bisogno da me, a questo punto io ti venderò ciò di cui tu hai bisogno a un prezzo doppio o triplo, così il tuo debito anziché diminuire crescerà ancora di più e se io ci scommetto pure sopra puntando sul prezzo dei titoli assicurativi del tuo debito decuplico il mio investimento: io scommetto sul tuo fallimento che sono io stesso a procurarti con la mia politica commerciale da libero mercato.
Se lo stato è quello che tu intendi, ossia una manica di politici corrotti e incapaci a gestire qualsiasi cosa fuorché il loro privato interesse, allora hai ragione (ma in fondo anche questi politici corrotti fanno libero mercato di se stessi, offrono la loro potenza di controllo al migliore offerente), allora hai certo ragione, sarebbe meglio che questa gente non ci mettesse nemmeno la punta del naso al mercato. Ma se riusciamo a costruire uno stato che semplicemente rappresenti la comunità dei cittadini e vigili affinché il mercato non crei quelle aberrazioni che lasciato in se stesso inevitabilmente determina allora sarebbe un bene per tutti, perché in tal caso l' organizzazione condivisa gioca a vantaggio di tutti, cosa che il privato egoismo non è mai riuscito a fare se non nelle utopie economiche più farneticanti. Allora capiremmo anche che le tasse possono essere uno strumento prezioso, non per mortificare l' iniziativa del singolo, ma per consentire proprio attraverso la distribuzione della ricchezza, che la ricchezza funzioni da concime per lo sviluppo di tutti (in fondo è proprio vero che il denaro è lo sterco del demonio, dunque può servire da concime se lo spargi, non se lo tieni nei forzieri sperando che moltiplicandosi da solo con il gioco finanziario produca ancor più sterco).
In fondo il punto fondamentale è che il mercato può senza dubbio essere un buono strumento per realizzare una buona politica, che significa gestione dello sviluppo sociale e quindi degli esseri umani nel loro libero interagire, ma è immensamente sbagliato e catastrofico il contrario, ossia pensare che la gestione dello sviluppo sociale e quindi degli esseri umani nel loro interagire sia da finalizzarsi alla crescita del mercato. Questo non ha proprio alcun senso.
- FreedomLv 5vor 9 Jahren
Quando le tre persone più ricche del globo possiedono un capitale proprio pari al PIL di tutti i paesi sottosviluppati, quando 500 società transnazionali gestiscono l' 80% del commercio mondiale e più del 70% dell' investimento complessivo, si può ancora parlare di libero mercato?
O siamo di fronte al monopolio? che non è prodotto dai governi ma da quel mercato lasciato libero che crea cartelli per non affondare. Siamo di fronte alla gestione del mercato sia dal lato offerta in quanto poche persone possiedono enormi capitali sia dal lato della domanda con una forte pubblicità visibile e occulta.
Credo che l' idea del libero mercato etico sia una grande utopia.
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Mi piace quello che hai scritto rispondendomi, mi piace come principio, ma non lo capisco.
Come si attua nel mondo reale?
Come fai a impedire che i soldi producano altri soldi, mentre chi produce merce non gli rimane niente in mano?
- WalterLv 6vor 9 Jahren
Non mi risulta che l'economia sia schiava della politica. Pare invece che la politica sia schiava delle multinazionali (del capitale). Con i soldi si puo' legiferare...
Quelle(n): Farina del mio sacco. - vor 9 Jahren
Mi pare un modo evidente di rovesciare il problema, almeno per quel che riguarda gli Stati democratici, ed in particolare quelli occidentali. I quali si servono di importanti strumenti, quali la leva fiscale o il Welfare state, per bilanciare gli squilibri del mercato e per redistribuire in maniera più equa il reddito.
Le tue idee sono legate ad una società ormai non più esistente in Europa, ovvero quella feudale, o a regimi dittatoriali. Che poi ci sono le rendite di posizione, il nepotismo e la corruzione, quello è un altro discorso. Ma senza Stato le ingiustizie sarebbero ben più gravi e marcate.
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- Anonymvor 9 Jahren
nono tu fai confusione maral l ingenuo lo conosco bene e ti consiglio di diffidare dai suoi pareri sono completamente errati.
in ogni cosa ci deve essere qualcuno che gestisce, soprattutto quando si parla di enormi capitali.