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DrEvol
Lv 7
DrEvol fragte in Arte e culturaFilosofia · vor 9 Jahren

Logica: Secondo voi è una scelta personale?

Facendo come premessa che esiste la distinzione tra LOGICA è RAZIONALITA', dove la logica può essere razionale o irrazionale. con contraddizioni o senza e dove per razionalità invece si intende il pensare che non viola le leggi naturali della fisica, della chimica e della biologia, l'essere umano può scegliere consciamente una logica fra tante? Si parla spesso di "logica di mercato" per insinuare che non è logica; si parla di logica del credente che non è uguale alla logica dell'ateo; si parla di logica delle donne che non è uguale alla logica degli uomini; si parla spesso di logica di politica di destra che non è uguale alla logica di sinistra. Allora, ci sono veramente più logiche di una? Sono lì sul banco della realtà da scegliersi a piacimento? Oppure esiste una logica razionale unica che deve necessariamente aderire alle leggi naturali della realtà e che l'uomo ha la scelta di perseguire, scoprire come funziona o di non fare tale sforzo mentale?

Update:

Ciao Tabish -- Grazie della tua risposta. Quindi, secondo te, l'uomo non può distinguere il reale dall'irreale, il vero dal falso in assoluto? Non so se ti sei accorto ma quando dici che non esistono verità assolute stai esprimendo una contraddizione, perché proprio nel pensare in questo modo stai enununciando una verità assoluta! Se non sei convinto che quello che hai detto non è una verità assoluta, non vedo il motivo di enunciarla. L'alternativa è questa: Possiamo distinguere il vero dal falso in assoluto (per esempio distinguere un fatto da un'opinione) in assoluto. Oppure, non possiamo distinguere in assoluto un fatto da un'opinione e quindi tutto quello che sappiamo è una conoscenza soggettiva arbitraria, che possiamo decidere noi a piacimento di momento in momento. Per esempio oggi penso che 2 + 2 fa quattro, ma domani potrei decidere che faccia 5; oggi penso che è vero che chi non ruba è onesto, ma domani potrei cambiare idea e se qualcuno mi ruba il p

Update 2:

portafoglio posso decidere io se è un'azione onesta o disonesta, secondo la mia opinione che può cambiare di momento in momento. Il concetto di onestà, secondo te, non può essere assoluto e quindi non è possibile distinguere il concetto di furto dal concetto di produttività in assoluto, rubare o produrre sono indistinguibili?

Update 3:

Hey Wave – Grazie del tuo intervento. Hai ragione nel dire che la verità assoluta esiste. Non hai ragione nel dire che non possa essere “penetrata.” Questo dipende da quale verità stiamo parlando. Vogliamo sapere se 2 + 2 fa quattro? Non c’è molto da “penetrare” per sapere questa verità in assoluto. Vogliamo sapere chi ha commesso un omicidio al terzo piano della scala B in una strada di Roma? Possiamo scartare in assoluto chi abita a Berlino o a New York o a Mosca, se abbiamo indizi e moventi sui conoscenti e frequentatori della vittima. In una corte di giustizia dobbiamo SCOPRIRE la verità perché sappiamo che qualcuno che ha commesso l’omicidio esiste veramente, in assoluto, e che noi non possiamo sognarcelo. Per conoscere la verità su queste cose non è necessario essere onniscienti. L’onniscienza e l’infallibilità non sono necessarie per scoprire il vero. Se fossimo onniscienti, non avremmo niente da scoprire e il concetto stesso di verità sarebbe irrilevante.

Update 4:

Di ritorno dall'areoporto .. rispondo a Wave - Per stabilire un principio razionale è necessario determinare prima se calza empiricamente con esperienze sensoriali semplici. Mi pare dunque che tu sia d’accordo con me che, almeno per le esperienze più semplici, si possa dire che l’uomo può distinguere con certezza il vero dal falso, che ci sia un principio di ragionamento logico che ci permette di fare giustizia assoluta nel distinguere un assassino da una persona che del delitto è completamente innocente. Ma per sapere se il capitalismo è un sistema morale o immorale bisogna poterlo provare, non accettare una conclusione come una qualsiasi opinione. Per provare un’affermazione vera o falsa bisogna passare attraverso una catena di astrazioni molto più complesse del 2+2. I concetti devono essere concatenati gerarchicamente, il secondo concetto è più complesso ed astratto della premessa su cui si basa, il terzo è dipendente dal secondo e più complesso ed astratto di esso, e così

Update 5:

e così via, sempre senza autocontraddirsi, fino alla logica conclusione che si chiama prova. Non ti chiedo di credere in quello che dico. Finché non lo so provare è solo un’opinione. Non mettiamo in galera il primo che passa solo perché abbiamo la sensazione che sia colpevole di un omicidio! Ma non diciamo che siccome i problemi sono complessi e richiedono ragionamento logico senza contraddizioni, la verità dei problemi complessi non è raggiungibile.

Update 6:

Maral, non posso risponderti, perché mi ci vuole un volume! Io e te, per capirci, dovremmo accordarci sui termini che usi (diversità tra logica formale e del discorso comune; sistema autoconsistente, trascendenza ideale, contesto, tautologia, ambiti non-fisici, etc. Per me quei termini hanno bisogno di due cose: una definizione astratta ed un esempio concreto che calza con la definizione. E poi, dovrei studiare la “logica” di Popper, Godel, Kant, Platone, Tarsky, Wittgenstein e Berto... sei un’enciclopedia filosofica che mi lascia nella polvere!

Update 7:

Nikidis -- Perché bisogna distinguere la logica dalla razionalità? Perché la logica è frutto del ragionamento e, siccome non siamo infallibili, possiamo ragionare partendo da premesse erronee che conducono a conclusioni erronee. La razionalità è la virtù di esigere nel contesto delle capacità della conoscenza umana che ciò che affermiamo come conclusione si basi su premesse e ragionamento logico che non contraddicono le leggi della fisica, chimica e biologia. Non è razionale con la conoscenza di oggi per una persona comune concludere che il fulmine è una manifestazione d’ira divina. Ma se si parte dalla premessa che esistono entità soprannaturali capaci di violare le leggi naturali è perfettamente e irrazionalmente “logico” pensare che una persona colpita da un fulmine è stata punita da Dio.

Update 8:

Una riflessione ancora, Maral -- Vuoi anche dire che esiste una "verità di mercato" che contraddice una "verità di politica" e che il concetto di verità ha lo stesso significato nella contraddizione tra mercato e politica? Quindi, vuoi dire che "verità" è in pratica inesistente, irrilevante, una contraddizione esistenziale di un contesto contro un altro della realtà?

Update 9:

Nikidis - Voglio dire che qualsiasi ragionamento parte necessariamente da premesse che possono essere razionali o possono contraddire le leggi naturali. Oltre a dover rispettare la legge d'identità e di causalità, ogni ragionamento deve tener conto della premessa su cui si basa.

Update 10:

Non c'è logica separata da premessa.

Update 11:

Esistono premesse emotive infondate nella realtà che producono ragionamenti logici, ma irrazionali.

6 Antworten

Bewertung
  • vor 9 Jahren
    Beste Antwort

    Sarebbe il trionfo del relativismo più assoluto.

    Ciò che è frutto di una scelta personale appare qui semmai la distinzione da te proposta tra logica e razionalità. Una logica irrazionale è niente più che un ossimoro. Le logiche cosiddette paraconsistenti che accolgono la contraddizione in realtà non ne negano mai il principio potendosi sempre chiarire i necessari presupposti affinché la contraddizione possa mantenersi.

    Alla tua domanda: “Esiste una logica razionale unica che deve necessariamente aderire alle leggi naturali della realtà?”, la mia risposta è affermativa, ma potrebbero anche affiancarvisi logiche non strettamente razionali che ugualmente aderiscono alle leggi naturali della realtà, come l’evidenza ci mostra nella logica bio-logica.

    Nemmeno l’etica si sottrae alla possibilità di una (ri)fondazione razionale; verso tale direzione procedono gli sforzi di Jürgen Habermas e di Karl Otto Apel.

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    @DrEvol: “Bisogna distinguere la logica dalla razionalità perché la logica è frutto del ragionamento e, siccome non siamo infallibili, possiamo ragionare partendo da premesse erronee che conducono a conclusioni erronee”.

    Ma in questo caso sono le premesse ad essere erronee, non è la logica a essere irrazionale, e premesse erronee non possono che produrre conclusioni errate.

    “Se si parte dalla premessa che esistono entità soprannaturali capaci di violare le leggi naturali è perfettamente e irrazionalmente “logico” pensare che una persona colpita da un fulmine è stata punita da Dio”.

    Mi aspettavo questa obiezione, e per prevenirla avevo aggiunto alla mia risposta il seguente periodo poi rimosso per i motivi che puoi cogliervi esplicitamente: “Tutt’al più si potrebbe parlare di logica sovra–razionale ma sconfineremmo in lande in cui aleggia e passeggia il sovra–metafisico o, nei casi deteriori, la superstizione”.

    La distinzione tra sovra–razionale è ir–razionale è imprescindibile se vogliamo continuare a parlare di logica senza il rischio di annegare nella trivialità. Un fulmine divino non possiede lo stesso grado di non–razionalità rispetto alla violazione del principio di non contraddizione e, a fortiori, alla violazione del principio di identità.

    Il modo ampio di utilizzare il termine “logica” negli esempi da te citati (logica del credente e logica dell’ateo, logica delle donne e logica degli uomini, logica di politica di destra e logica di sinistra) è solo un abuso lessicale, come quello di “religione”: religione della patria, religione della scienza, religione del dovere. Queste non sono semplici negligenze di linguaggio, direbbe Guénon, sono sintomi della confusione che regna dappertutto nel mondo moderno, ed efficacemente sintetizzata da @Cucciolo di Übermensch. L’oggetto della tua disamina non può essere fatto rientrare nella logica, semmai nell’assio–logica, in virtù della quale allora sì, ogni scelta è personale.

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    @DrEvol: “Non c'è logica separata da premessa”. Non mi pare di avere mai asserito il contrario, non comprendo quindi la tua necessità di rimarcarlo. Non avevo forse scritto: “che premesse erronee non possono che produrre conclusioni errate”?

    “Esistono premesse emotive infondate nella realtà che producono ragionamenti logici, ma irrazionali”. No, DrEvol, non sono i ragionamenti ad essere irrazionali (o non sarebbero logici), lo sono le premesse e le conclusioni. Che è ben diverso.

  • Anonym
    vor 9 Jahren

    Semplicemente si confonde la logica il "modo di pensare" e si fanno passare giudizi di valore per principi logici.

  • vor 9 Jahren

    La logica non può essere mai irrazionale, casomai può essere fondata su false convinzioni o premesse comunque date per certe da chi le detiene. Le idee, le opinioni non sono fondate su verità assolute e sono di conseguenza "relative a", quindi la logica viene ingannata facilmente. Anche per altri che esercitano la stessa logica ma con presupposti differenti può portare a risultati diversi, e comunque razionali e non contraddittori.

  • vor 9 Jahren

    In termini formali rigorosi (Che non sono quelli del discorso comune) la logica deve rispettare il principio di identità (ogni cosa è proprio quella cosa), altrimenti risulta autocontraddittoria e dunque inconsisitente. In questo ambito la logica non è una scelta personale, ma il discorso logico è rigidamente prefissato nelle sue implicazioni analitico deduttive. Tra parentesi aggiungo che si è tentato di sviluppare delle logiche para consistenti che non presuppongono il principio di non contraddizione (più ristretto di quello di identità, anche se pare ad esso implicito), ma il risultato è molto discutibile, perché sussiste sempre il rischio di trivialità (dal contraddirsi qualsiasi cosa può essere ritenuta vera: ex falso quodlibet). C' è anche chi ha messo in dubbio la possibilità di una logica dialettica (Popper) in quanto A e NON A non possono produrre alcuna sintesi vera a posteriori, perché se A è vero NON A per forza di cose sarà falso e viceversa, dunque una sintesi di vero e falso non produce alcuna verità e tutta la filosofia hegeliana e derivati può andare al diavolo. Ovviamente questa critica ha i suoi contro critici.

    Fermo restando che per il discorso logico ciò che è falso è illogico e sono certamente vere solo le tautologie nelle loro implicazioni analitiche , Godel ha dimostrato che nessun sistema logico (la dimostrazione riguarda l' aritmetica, ma può essere estesa a tutta la logica formale) può essere completo e autoconsistente. Non può, in altre parole, dimostrare da sé i suoi presupposti di verità , questi possono solo venire prefissati a priori (come i giudizi sintetici a priori di Kant), ma restano indimostrabili (se lo fossero il sistema sarebbe completo, dunque di per sé inconsistente). Sappiamo che in realtà Godel con il suo teorema mirava a sottolineare l' importanza essenziale della visione platonica della logica matematica: qualsiasi sistema ha bisogno di una trascendenza ideale al di fuori di esso per sussistere.

    Tarsky invece ha formalizzato il principio di Wittgenstein secondo il quale una cosa è vera solo se e quando si trova il contesto che la rende formalmente vera, dunque di nuovo solo le tautologie sono vere in ogni contesto, ma poiché non possiamo accontentarci di tautologie per costruire i nostri discorsi (sai che noia di banalità!) ne consegue la necessità di "relativizzare" contestualizzando i nostri discorsi (prefissando i presupposti e le regole di sviluppo).

    Ecco perché può sussistere una logica di mercato, una logica politica, una logica religiosa, una logica scientifica e via dicendo, in ogni ambito di discorso la verità risulta dal contesto fermo restando il principio di identità negli sviluppi analitici che quel discorso produce. Ovviamente nessun discorso può essere attaccato nei suoi presupposti contestualizzati da un altro discorso, a meno che non si imponga che i presupposti di un certo discorso siano fondanti per tutti i discorsi, ma questo è un presupposto del tutto arbitrario e logicamente indimostrabile (sempre fatto salvo il principio di identità che è il principio che fonda qualsiasi logica).

    Quando tu distingui la logica dalla razionalità in realtà hai già definito arbitrariamente cosa si deve intendere per razionalità, infatti sostieni che essa è quella per cui non sono violate le leggi della fisica, della chimica e della biologia, ma il discorso che fa capo a queste leggi scientifiche è già un discorso che ha pre fissato cosa non si deve violare e questa assunzione è comunque un presupposto arbitrario logicamente non giustificabile, ossia che il mondo reale è solo un mondo fisico che pertanto ubbidisce veramente solo a queste leggi che così lo descrivono. Produci quindi una tautologia che va benissimo finché resti in ambito fisico, ma non è più valida se passi ad altri ambiti, a meno che non neghi con un atto di imperio irrazionale (giustificato dal modo di sentire della cultura a cui appartieni) a questi altri ambiti di sussistere autonomamente.

    Quello che intendo dire è che, in accordo con Tarsky, la verità è tale in riferimento al contesto che la rende vera, ai presupposti di quel contesto e che tali presupposti non sono discutibili partendo da un altro contesto. La correttezza del discorso sta quindi nel riconoscere ed enunciare tali presupposti, accettati i quali sarà logico svilupparli coerentemente. Questo produce conflittualità negativa solo se si pretende che il proprio discorso valga per tutti i contesti, produce invece comprensione positiva se si accetta che un argomento possa godere di una molteplicità di visione, senza mai esaurirsi a un unico punto di vista. Poi di nuovo, quale punto di vista convenga adottare per agire dipenderà dalla situazione specifica di azione.

    Quelle(n): Berto "Logica da zero a Godel"
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  • vor 9 Jahren

    E se ti dicessi che la verità assoluta c'è ma non può essere penetrata in maniera infallibile? Questa posizione non solo non è contraddittorio, addirittura si tratta di un punto di vista ragionevole. A questo punto però occorre aggiungere che ad ogni modo dobbiamo agire (anche starsene senza far niente è una scelta). Di conseguenza ci troviamo nella situazione di dover scegliere senza tuttavia avere a disposizione tutte le informazioni di circostanza. Da queste premesse segue necessariamente che ogni tipo di azione non può essere giustificata razionalmente, perché a fronte di quel sappiamo vi sono altre cose che non sappiamo e che ci avrebbero potuto portare ad agire in un altro modo. Come vedi un criterio valido universalmente non esiste, perché ciò implicherebbe il possesso di una conoscenza completa di tutto ciò che ci circonda (e non una semplice conoscenza parziale e relativa, come del resto è quella umana).

    " In una corte di giustizia dobbiamo SCOPRIRE la verità perché sappiamo che qualcuno che ha commesso l’omicidio esiste veramente, in assoluto, e che noi non possiamo sognarcelo."

    Ma certo che possiamo escludere a Berlino a Newyork o a Mosca. Oppure che esista un agente di un delitto (sempre che il diletto non sembri un suicidio o viceversa, in quel caso..). O che 2+2 faccia 4. Questo non vuol dire che possiamo dare una risposta a tutte le domande SOLO perché possiamo rispondere a quelle più elementari. E' lecito usare la violenza (molti individui l'hanno usata durante la rivoluzione francese, e questi eventi hanno prodotto , in parte, le condizioni per la nascita del capitalismo , che tu ritieni essere giusto.. una cosa giusta che nasce dalla violenza..) ? La proprietà privata (di una multinazionale: non di case , degli abbigliamenti o di tutti i beni privati) è un diritto oppure è una conquista di pochi individui a scapito di molti altri? Tu mi dai risposte a domande relativamente semplici. Ma io asserisco che sono le cose più complesse e variegate a creare problemi.

  • Tabish
    Lv 7
    vor 9 Jahren

    E', secondo me, una scelta personale mutuata da tutti i nostri valori e da tutti i condizionamenti subiti e non tolti.

    Di logico la scelta logica non ha niente di assoluto se non in quanto ego riferito.

    Una scelta logica razionale unica NON può esistere.

    E' come dire che esiste una verità assoluta, quando invece ognuno crea la propria verità, magari condivisa da moltissime persone, ma non per questo assoluta.

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