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Perchè nel Medioevo furono ricopiati i testi pagani?
appunto nel Medioevo i testi di Virgilio, Cicerone, Seneca eccetera furono ricopiati, peraltro da monaci cristiani nei monasteri, e grazie a questo sono arrivati fino a noi nonostante fossero opere di pagani e nonostante quella del Medioevo fosse una società profondamente cristiana che condannava il paganesimo...dunque perchè tutto questo? grazie per le risposte
2 Antworten
- vor 6 Tagen
Nel Medioevo i testi di Cicerone, Cesare, Virgilio, Orazio, Tito Livio, Seneca, Lucano, Stazio furono ricopiati dai monaci amanuensi nei monasteri, perché il Cristianesimo operò una krisis e una chresis della cultura e della letteratura profana greca e latina. Krisis è un termine greco che vuol dire "vaglio, discernimento, selezione", mentre chresis significa "impiego, utilizzo". Nonostante quel che si afferma da più parti, anche in ambito accademico, la maggior parte degli intellettuali cristiani nei primi IV - V secoli della storia del Cristianesimo condivideva un universo valoriale e culturale con gli autori e scrittori pagani di lingua greca e latina: essi ripudiavano solo alcuni aspetti dell'antica cultura, filosofia e religione politeista greca e latina, inconciliabili con il Cristianesimo (i sacrifici alle divinità, l'idolatria, l'aborto, l'infanticidio e l'esposizione dei neonati, il divorzio, gli spettacoli teatrali, i ludi gladiatori eccetera). Alcuni di questi aspetti erano stati già stigmatizzati da autori come Seneca. Il Cristianesimo assorbì molti elementi delle dottrine stoiche, accademiche, peripatetiche, facendoli propri ma riorientandoli in un'ottica cristocentrica, incentrata intorno alla storia della salvezza. I monaci cristiani seppero selezionare ciò che era utile dell'antica tradizione letteraria e filosofica greca e latina e lo tramandarono alle generazioni successive, con grande sforzo e profusione di tempo, energie e denaro, anche quando appariva un'impresa inutile e assolutamente improduttiva (pensa a cosa significasse ricopiare testi di Seneca nello scriptorium di un monastero durante le invasioni dei Longobardi e dei Franchi). I monaci hanno scorto, nei testi di questi autori, barlumi di una sapienza antica che si era compiutamente rivelata con l'Incarnazione del Verbo, li hanno saputi apprezzare e hanno voluto salvarli dall'oblio cui sarebbero stati inevitabilmente destinati, perché li ritennero belli e utili. Esattamente il contrario di ciò che sta avvenendo oggi in Occidente (soprattutto negli Stati Uniti, ma non solo), dove nei college e nelle città vengono abbattute, rimosse o vandalizzate le statue di Cristoforo Colombo, di Isabella di Castiglia e di Ferdinando di Aragona, dei generali confederati e di alcuni presidenti americani, in ossequio al politically correct dominante. Gli scriptoria più attivi furono quelli dei monasteri di Silos, Luxeuil, Auxerre, Fleury, Bobbio, Nonantola, Farfa, Pomposa, San Vincenzo al Volturno, Montecassino, Corbie, Sankt Gallen, Echternach, Reichenau, Lorsch, Fulda, Corvey.