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Come comportarci verso le leggi ingiuste?
Esistono leggi ingiuste: dobbiamo accontentarci di ubbidirle, o dobbiamo sforzarci a cambiarle obbedendole finché avremo successo, oppure faremo bene a trasgredirle fin dall'inizio?
Henry David Thoreau (1817-1862)
@ La Solita -- Invocare la repressione come giusto metodo per creare una società prospera e felice rivela una psicologia che giustifica uno stato totalitario nella convinzione che l'individuo è un essere intrinsecamente malvagio, privo di capacità di comprendere un'etica morale e quindi un'entità da domare e addestrare come si fa con le belve feroci di un circo.
@ Lavanda -- Le regole non esistono per essere infrante. Se la felicità individuale venisse dal continuo infrangere delle regole sociali, la frode, il furto, la corruzione, l'aggressione e la violenza sarebbero i metodi morali validi da insegnare fin dalla scuola materna per ottenere una società prospera e felice.
@ Francesco e Tonio -- Trasgredire le leggi ingiuste è un'alternativa valida, purché l'azione di trasgressione sia la nostra forma di protesta e, allo stesso tempo, sia il nostro modo di promuovere l'istaurazione di leggi giuste. Trasgredire leggi ingiuste essendo pronti a subire un'ingiustizia per promuovere la giustizia è un atto eroico degno di assoluto rispetto. Ma trasgredire un'ingiusta legge senza proporre al suo posto l'istaurazione di una legge giusta, e magari commettere un'ingiustizia diversa che fa comodo a noi, non modifica lo stato di corruzione della società in cui viviamo..
@ Pisapirla --- La tua psicologia del rassegnamento mi fa intendere che l'Italia è un paese moralmente fallito. Un detto popolare ci insegna che "l'unica cosa necessaria perché il male abbia successo è che gli uomini guisti non facciano nulla."
@ Lupo -- La tua è una risposta sensata e pratica. Ci sono leggi ingiuste di tanti tipi ed ognuna deve essere valutata nel suo proprio contesto. Non vale la pena perdere mille euro per salvarne cento.
@ Il Sole --- Grazie della tua interessante risposta. " Probabilmente è giusta soltanto la legge che riesce a "persuadere" tutti, il resto è prevaricazione." --- Scusa, devo lasciare il compiuter. Ritorno piu' tardi e con il computer che ha la tastiera italiana .. non questo laptop americano.
Eccomi su di un computer diverso.
L'idea degli antichi greci di usare il consenso popolare (democrazia) come metodo logico per governare la società è indubbiamente uno dei concetti etici più rivoluzionari della storia del pensiero umano -- un modo geniale per dare all'umanità l'opportunità di astenersi dal desiderio di formare governi totalitari, dove le leggi sono ritenute valide solo perché dietro di esse esiste il potere militare assoluto dell’imperatore. Ma la logica non fu completa nemmeno tra i greci, ed oggi ci portiamo appresso la stessa lacuna concettiva. La persuasione, ossia anche il consenso di tutti i cittadini, non garantisce che una legge sia giusta. Milioni di persone possono essere d’accordo su una legge obiettivamente ingiusta. La persuasione non è il fattore che rende una legge giusta; semmai è la sua conseguenza.
E’ naturale che una legge obiettivamente giusta possa avere più potere di persuasione, ma nessun’argomentazione garantisce la persuasio
8 Antworten
- ?Lv 7vor 8 JahrenBeste Antwort
se le riteniamo ingiuste dobbiamo agire per convenienza: rispettarle quando ci conviene rispettarle e violarle quando ci conviene violarle, tenendo sempre presente la nostra coscienza ed anche tutte le conseguenze delle nostre azioni
- Il soleLv 7vor 8 Jahren
Tu poni il problema della legalità, un problema vecchio come il mondo! e che presuppone una precedente domanda: quando una legge è ingiusta? Probabilmente è giusta soltanto la legge che riesce a "persuadere" tutti, il resto è prevaricazione.Ti trascrivo,in proposito, un famoso passo di Senofonte e, comunque, anticipo la mia risposta: in Italia si può ovviare ad una legge ingiusta con il ricorso alla Corte Costituzionale. E' quindi, forse meglio trasgredire la legge quando questa non ha seguito la legge morale, così come ha fatto la Medea di Sofocle!
Si dice che Alcibiade, non ancora compiuti i vent’anni, abbia avuto con Pericle – che era il suo
tutore, ma anche il capo della città – la seguente discussione sulle leggi. «Dimmi, Pericle – avrebbe
chiesto Alcibiade – mi sapresti spiegare che cos’è la legge?».
E Pericle: «Non è un desiderio difficile da soddisfare, il tuo, Alcibiade, se vuoi sapere cosa sia la legge: sono leggi tutte queste che il popolo fa mettere per iscritto, dopo essersi riunito in assemblea e dopo averle ratificate, dichiarando ciò che si deve e non si deve fare».
«E il popolo giudica che si debba fare il bene o il male?».
«Ma ragazzino, il bene, per Zeus – rispose Pericle – non certo il male».
«Ma se non è il popolo, bensì una minoranza – come avviene nel caso di un governo oligarchico – che si riunisce in assemblea e mette per iscritto ciò che si deve fare, questo cos’è?».
E Pericle: «Tutto ciò che chi comanda una città mette per iscritto, dopo aver deliberato quel che si deve fare, si chiama “legge”».
«E allora, se un tiranno comanda una città, e mette per iscritto ciò che si deve fare, anche questo è legge?». «Anche ciò che un tiranno – rispose Pericle – fa mettere per iscritto nell’esercizio del suo potere, anche questo si chiama “legge”».
«Ma prevaricazione e illegalità – chiese Alcibiade – che cosa sono, Pericle? Non si hanno forse quando il più forte non persuade bensì prevarica il più debole, costringendolo a fare ciò che lui decide?».
«Io credo sia così», avrebbe detto Pericle.
«E allora ciò che il tiranno mette per iscritto e costringe i suoi cittadini a fare senza il loro consenso, è illegalità?».
«Credo di sì – avrebbe risposto Pericle – e ritiro quel che ho detto, che quanto il tiranno mette per iscritto, senza consenso, sia legge».
«Ma ciò che pochi uomini mettono per iscritto, senza persuadere la maggioranza, bensì comandandola, la
definiremo prevaricazione oppure no?».
«Credo – avrebbe detto Pericle – che tutto ciò che si costringe qualcuno a fare, senza il suo consenso, mettendolo per iscritto oppure no, sia prevaricazione piuttosto che legge».
(Senofonte, Memorabili, I 2,40-46)
- Anonymvor 8 Jahren
Basta non rispettarle e fòttersene!
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- Anonymvor 8 Jahren
Trasgredire!!!
- Anonymvor 8 Jahren
le regole esistono per essere infrante
- Anonymvor 8 Jahren
repressione è questo ciò che ci tiene con i piedi legati a terra
È chiaro che ti limiti a leggere e non leggi fra le righe
cmq non reputo necessarie ulteriori delucidazioni
- Anonymvor 8 Jahren
in italia non ha assolutamente alcuna importanza !!!
le leggi le applicano i mafiostrati e, come più di uno di loro ha affermato... le applicano come caxxo gli pare anche fino a stravolgerle totalmente !!!
tra i terroristi no tav hanno trovato il figlio di un mafiostrato che sabotava alla grande !!! pensi che abbia fatto più di 30 secondi in questura ?