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Coronavirus e quarantena, fino a quanto ne vale la pena?
Mi spiego meglio, di questi tempi ovviamente la gente ha paura e in alcuni casi le prime riaperture invece che rassicurare hanno l'effetto opposto. Probabilmente molte persone sono disposte a vivere in casa per mesi per la paura del contagio. Però quello che mi chiedo io, sarebbe una vita che vale la pena vivere? Sono il primo che dice che ci vuole prudenza e gradualità. Nessuno vuole vedere centinaia di migliaia di morti. Ma quello che facciamo definisce ciò che siamo. Il nostro lavoro, i nostri studi, lo sport, le persone che frequentiamo, gli interessi.. sei disposto a rinunciare a tutto per mesi, un anno, due anni? Oppure è meglio avere un po' di coraggio? Si può morire in mille modi ogni momento che respiriamo, quindi viviamo. Io penso che mi metterò a piangere la prossima volta che andrò al cinema, ad un concerto, perfino in una classe universitaria. E voglio farlo di nuovo. La differenza tra vivere e sopravvivere è ciò che ci differenzia dagli animali. Superiamo questa cosa con coraggio, e andiamo avanti. Per lo meno, io la penso così.
2 Antworten
- biancofioreLv 6vor 11 MonatenBeste Antwort
Io ho rispettato tutte le regole che sono state imposte a partire dal 10 marzo e continuerò a rispettarle fino alle ore 24.00 di domani 17 maggio (e così le altre dal 1° giugno e poi le successive) pur ritenendo che in molti casi fossero inutili, talvolta assurde, talora demenziali, ma non tanto per paura del contagio quanto per una semplice questione di rispetto verso gli altri e verso le istituzioni che - voglio credere - le hanno imposte avendo come priorità il bene di tutti.
Questo periodo ha rappresentato per me un intervallo atemporale in cui ho vissuto in stand by, in pratica in questa fase la mia vita si è completamente fermata e sono riuscito ad arrivare in fondo solo grazie al pensiero che questo incubo prima o poi sarebbe finito. Sono 2 mesi abbondanti che hanno lasciato un segno profondo e negativo ad ogni livello, sia sul piano fisico che psichico. E 2 mesi non sono niente se si pensa ad esempio ai 18 mesi del rapimento della ragazza milanese.
Certo, se ce l'ha fatta lei a resistere per 18 mesi potremmo farcela tutti ma sarebbero mesi non di vita ma di mera sopravvivenza. Tornare a vivere, per noi che adesso possiamo farlo con meno limitazioni, non è una questione di coraggio è una cosa che dobbiamo fare per noi stessi e per tutte le persone che fanno parte della nostra quotidianità dei tempi "normali". L'uomo è un animale sociale e non può vivere a lungo isolato dagli altri.
- RiccardoLv 7vor 11 Monaten
Non mi pare che abbiamo rinunciato a tutto. Abbiamo rinunciato ad alcune cose, ma abbiamo continuato a vivere decentemente.