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Gattorso fragte in Arte e culturaLibri ed autori · vor 8 Jahren

Prefazione o postfazione?

Avendo letto numerose opere in tedesco, di narrativa e di poesia, ho notato che nella maggior parte dei casi le edizioni tedesche di grandi romanzi non presentano una prefazione, come di solito si usa in Italia, ma una postfazione (in tedesco Nachwort). Le differenze che ho notato non si limitano a queste: ho notato che le postfazioni tedesche sono molto più aderenti all'argomento trattato, senza le divagazioni del prefatore che caratterizzano le prefazioni italiane, usano un linguaggio più chiaro e meno involuto, senza espressioni tipiche del linguaggio dei critici, sono più brevi. Mi sono spesso domandato a cosa sia dovuta questa differenza, e mi sono venute in mente le seguenti osservazioni, che sottopongo perchè qualcuno aggiunga i suoi commenti o le sue ulteriori osservazioni (ho cercato di essere cattivo):

- i prefatori italiani sono spesso narratori o poeti falliti, e lo scrivere prefazioni è la loro sola possibilità di trovare lettori

- il linguaggio involuto copre la pochezza di idee e di contenuti

- in Italia si scrivono prefazioni sperando che il lettore le legga, perché se fossero postfazioni il lettore, avendo letto l'opera, non andrebbe oltre la prima pagina di postfazione, vista la qualità e l'utilità della stessa.

Continuate voi con altre cattiverie!

2 Antworten

Bewertung
  • Anonym
    vor 8 Jahren
    Beste Antwort

    Pur non leggendo il tedesco (e non potendo quindi far paragoni), voglio dire la mia:

    secondo me i prefatori italiani odiano il lettore (forse perché ha acquistato, e sta leggendo, il libro di un autore altro dal prefatore stesso): non si spiegherebbe altrimenti perché in tante prefazioni si nascondano, nefasti, spoiler sulle trame del libro in questione nonché di moltissimi altri titoli noti dell'autore stesso. Esempio inventato ma realistico: "L'autore sublima l'abbandono materno nelle sue opere, uccidendo infine la protagonista principale in un drammatico finale nell'opera che vi apprestate a leggere" (Ho il dente avvelenato da quando mi è stato rivelato, a tradimento, il finale dell'opera stessa, e di altre dell'autrice, nella prefazione di "Dieci piccoli indiani": Ma che cavolo!)

  • vor 8 Jahren

    Oh Ficie ha espresso benissimo anche la mia opinione. Quindi in breve aggiungo:

    - i prefatori italiani sono dei sadici, senza vita sociale e con un passato violento, che provano un piacere disumano nel rovinare le letture altrui rivelando, come i profeti dell'apocalisse, i finali dei libri ai poveri e innocenti lettori che inconsci del pericolo hanno commesso il tragico errore di prestare fiducia alle loro parole.

    Agli inizi leggevo sempre le prefazioni, con il tempo imparai che era saggio leggerle al termine del libro, da circa un anno ho smesso di leggerle del tutto perchè sembrano inutili.

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